Eventi

UNA TRANQUILLA GIORNATA DEI MUSEI

3 Dicembre 2021

Il 3 ottobre 2021 si è svolta la Giornata nazionale dei Musei di Fidam, organizzazione a cui siamo associati. Una partita che abbiamo vinto.

Prequel

Non doveva andare così. A febbraio 2020 ci siamo iscritti con entusiasmo alla neo nata associazione degli “Amici della Pilotta” immaginando le gite, le visite guidate, il condividere l’amore di ognuno per l’arte e per il musei con tanti altri soci. Invece niente ha avuto luogo: la pandemia ha fagocitato tutto senza chiedere il permesso e ci siamo ritrovati a guardare l’ arte su Rai5. 

La fine del tunnel

Se esiste una luce in fondo al tunnel, per noi si è accesa chiara e forte alla notizia della nostra partecipazione alla “Giornata nazionale dei Musei – Fidam” del 3 ottobre, che dopo le prove di apertura della nostra sede da metà settembre, è la prima vera possibilità di un evento a tutto tondo che coinvolga iscritti e non: tre visite guidate alla mostra “L’ Ottocento e il mito di Correggio” all’ interno del Complesso della Pilotta avvalendosi dell’ apporto di alcune nostre socie, guide professioniste. 

La preparazione è tutto

Un evento del genere, chiaramente, lo si organizza nei minimi dettagli e così stabiliamo ruoli, turni, luoghi, elenchi, orari. La domenica mattina del 3 Ottobre il gruppo volontari dell’ associazione, tra cui io, è schierato, felice e non dico vestito a festa, ma mentalmente sì, perché in fondo è un po’ come un primo giorno di scuola: un evento nazionale promosso da noi, nella bellissima cornice del Complesso della Pilotta, nell’anno di Parma Capitale della Cultura. Nessuno vuole fare brutta figura. Siamo divisi in due gruppi: uno nella nostra sede ubicata nel Giardino della Cavallerizza, per assistere coloro che passando vorranno visitarla e uno all’ entrata  del Complesso della Pilotta per accogliere gli iscritti al nostro evento. Io sono in quest’ultimo. Il Museo ci ha gentilmente destinato un bel posto a lato dell’ entrata sul grande scalone monumentale, e come appoggio un tavolo bellissimo di legno antico e intarsiato, davvero in tinta con i nostri numi tutelari raffigurati nei grandi poster dell’ associazione, che fanno bella mostra alle nostre spalle: Ranuccio I, Babette, Filippo di Borbone e Maria Luigia. Ci distribuiamo gli ultimi compiti: “i fogli li prendo io, tu prendi questo , lei questo”. Mentre fissiamo la lunga fila che si è già formata davanti all’ entrata mi capita di pensare: “Accidenti ce n’ è di voglia di cultura… “. 

Il fischio d’inizio

Finalmente giunge l’ orario di apertura e le danze cominciano, con le porte del museo che si schiudono per accogliere i primi visitatori. Come in ogni finale dei mondiali che si rispetti, gli schemi valgono giusto il tempo del fischio d’inizio: presto veniamo sopraffatti dagli eventi e l’unica cosa da fare è difendere la porta e palla in avanti. Le regole saltano, i fogli si spostano, ci incrociamo gli uni con gli altri e oramai siamo anche un po’ scapigliati, neanche fossimo usciti direttamente dal quadro di Leonardo custodito nel Complesso della Pilotta. Tentiamo di far fronte alle tante persone che benevolmente ci assalgono per sapere: “Chi siete, dove si entra, ma cosa organizzate, ah bello!, ma allora poi vado a vedere la sede, magari poi mi iscrivo”. Mentalmente mi segno che a fine giornata dovrò procurarmi non meno di tre libri sulla storia di Parma, due sulla famiglia Borbone, una planimetria completa del museo, perché le domande delle persone sono tante e variegate e dobbiamo cercare di non farci trovare impreparati. 

Primo tempo

Iniziano ad arrivare anche gli iscritti alla nostra prima visita e mantenerli separati da tutto il resto non è sempre semplice e anche loro poi hanno tanti dubbi. Fortuna che noi volontari abbiamo tutti un bel badge che ci contraddistingue, perché conoscendoci ancora poco e con le mascherine, rischieremmo di chiedere la lista degli accessi ad un partecipante invece che a un collega di associazione. Quando la prima visita parte, arriva per noi il momento di cambio postazione. Si presuppone che fino alle tre, orario del secondo giro, lì all’ entrata la situazione si mantenga calma e quindi per diversi di noi è il momento di rientrare a rifiatare alla nostra sede. 

La sede

Ma sapete che c’e’ quel detto che a volte si passa dalla padella alla brace, ed eccola lì la brace: la sede, complice il mercato nella piazza antistante è a sua volta stata presa d’assalto e quindi niente riposo ma ci si tuffa nella mischia ad aiutare gli altri volontari memori delle ore precedenti: difendere la porta e palla in avanti. “Che bel giardino, non l’avevo mai visto prima, come sarà il colore della parete, questo è corbezzolo?” Ecco mi segno di recuperare i libri universitari di biologia vegetale perché sapere dare un nome a tutte le piante presenti pare abbastanza indispensabile. So che il giardino riproduce un orto farnesiano, e incrocio le dita che come spiegazione possa bastare, anche se mi rendo conto che un veloce corso di architettura del verde potrebbe essermi utile. 

Intervallo

Finalmente la fame si fa sentire e pian piano i visitatori scemano e sarebbe anche ora di terminare l’ apertura mattutina. Ma per chi come me deve tornare per il turno del pomeriggio, ormai è meglio restare direttamente lì e così io, come altri, si opta per mangiare qualcosa di veloce preso al vicino Conad. Anche il supermercato in mattinata ha subito il nostro stesso assalto e davanti agli scaffali semivuoti della gastronomia, tra chi prende un’ insalata di polipo e chi una focaccia al prosciutto, condividiamo impressioni ed umori con il personale del negozio, circa il comune destino che ci ha colpiti.

L’occhio del ciclone

Sono quasi le due, calma piatta, si mangia rilassati, ci raggiungono anche le Funzionarie del museo Carla Campanini e Cristina Quagliotti che sacrificano un po’ del loro tempo per noi, controllando  sia tutto ok e per vedere come possono aiutarci. Finalmente quiete, anche se si sa, che c’ e’ quella prima della tempesta, quella dopo e quella in cui invece sei solo nell’ occhio del ciclone e appena si sposterà, i venti a 250 km orari ti centreranno in pieno. Non sappiamo esattamente in quale punto ci troviamo. Ci è chiaro verso le tre, quando, sorseggiato un veloce caffè, ci distraggono le voci dall’esterno della nostra area ristoro. Con l’uscita del sole tante persone stanno di nuovo affollando le vie del centro e la nostra bella sede con il suo “orto farnesiano” non passa inosservata. “ Che bello, ma chi siete? Amici della Pilotta? Ma come ci si iscrive?”. Le domande ritornano incalzanti: “Avete un sito, avete Facebook, Instagram?” ovvio noi abbiamo tutto, anche una pubblicazione quadrimestrale. 

Grazie Mark

Fino a quel momento parallelamente alla mia attività di volontaria, non ho dimenticato di far parte anche del gruppo che gestisce i Social dell’ associazione, e mi sono prodigata per fotografare, filmare e condividere in tempo reale il materiale con i miei compagni di gruppo, per documentare la giornata. Proprio la nostra pagina Facebook ci rende orgogliosi e mostra la potenza del web: un utente ci contatta in questo social per iscriversi, dopo aver visto il servizio su di noi al tg locale. Rispondiamo solerti: “Veramente saremmo esauriti..ma riusciamo a trovarle un posto nella visita riservata ai soci”. Senza accorgercene coniamo la frase del giorno: gli “Amici della Pilotta” anche se sono esauriti (potremmo dire oggi più che mai), si prodigheranno comunque per te. 

Terzo tempo

Alla terza ed ultima visita, che è quella riservata ai soci, sono iscritta anche io e sebbene abbia già visto diverse volte la mostra, la guida riesce ancora a coinvolgermi con la sua narrazione e a svelare nuovi dettagli. Ora ho la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che i complimenti rivolti fino a quel momento alle nostre guide siano più che meritati. Quando rientro in sede la luce sta scendendo perché oramai la giornata volge al termine anche se le tante persone ancora presenti nel Giardino della Cavallerizza farebbero pensare il contrario. 

Il fischio finale

Quando finalmente, usciti gli ultimi visitatori, ci ritroviamo soli, gli schemi si riallineano, i gesti tornano lenti, coordinati e tutto quello che è stato usato durante il giorno viene riposto con ordine. Chiuso alle nostre spalle il cancello d’entrata ci ritroviamo lì, tutti in cerchio e guardandoci negli occhi, tra gli ultimi saluti realizziamo quanto sia stata una giornata lunga e impegnativa, anche se la stanchezza non si sente, perché è cancellata dalla felicità per quanto siamo riusciti a fare: troviamo la certezza che se l’ unione non facesse la forza, di certo ti fa sentire più forte.

Ringraziamenti

Un ringraziamento al Complesso della Pilotta per l’ospitalità, alle Funzionarie Carla Campanini e Cristina Quagliotti per il supporto, alle tre nostre guide Elisabetta Rastelli, Melanie Shoonhoven, e Laura Cova per le spiegazioni, alle nostre famiglie che ci hanno sentito salutare la mattina con un tranquillo “Torno per pranzo” e ci hanno visto rientrare non prima delle otto e mezzo di sera ma non per questo hanno cambiato la serratura della porta né ci hanno negato un pasto caldo.

Chiarida Gherri

Gruppo Social – Gruppo Volontari “Amici della Pilotta”