Proviene dal Paleolitico inferiore (che nel nostro continente viene collocato tra i 750.000 e i 120.000 anni fa) la stupefacente selce che gli esperti definiscono come bifacciale acheulano, datata attorno al mezzo milione di anni fa, che una donazione dell’associazione degli Amici della Pilotta (presieduta da Ombretta Sarassi) ha consegnato al complesso monumentale, contribuendo all’ampliamento delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale.
“Si tratta di un oggetto, una scheggia di roccia silicea di dimensioni davvero stupefacenti – sottolinea Simone Verde, direttore della nuova Pilotta – che segna il sorgere nella specie umana dell’esigenza di fare, oltre a ciò che le è necessario per sopravvivere, anche qualcosa di ‘bello’. La superficie della roccia è infatti precisamente modellata dal nostro ignoto progenitore, alla ricerca di una forma simmetrica, che fosse bella, appunto, sfuggendo a fini utilitaristici e per la prima volta forse disponendosi a un uso di tipo simbolico, ovvero sociale”.
Bifacciale perché la scheggia di roccia è stata lavorata creando due facce simmetriche, convesse, e per farlo quel nostro progenitore ci ha messo un bell’impegno. Mentre l’aggettivo acheulano richiama il quartiere Saint-Acheul della attuale città di Amiens, dove questo tipo di manufatti è stato ritrovato per la prima volta.
Il prezioso reperto, acquistato sul mercato parigino, ci riporta ai primordi della creatività umana ed accoglierà i visitatori del nuovo Museo Archeologico. A fargli da contorno sono diverse decine di selci provenienti da rinvenimenti nel territorio parmense.